da “L’Altra Medicina Magazine” n.11 – Luglio 2012
di Luisa Brancolini

“Ascolta, ascolta, è tutta questione di percezione.
Non cercare di manipolare o cambiare il sintomo, lascia stare la sofferenza.
Sii invece presente alla salute e alla potenza del Respiro della Vita che crea e mantiene il sintomo, sempre.
La salute ti vuole raccontare la sua storia, senza interruzioni né interventi.
Ascolta la sua storia, relazionati con la salute.
Non ti preoccupare dei risultati o degli effetti, una volta che avrai avuto accesso alla potenza, i sintomi si prenderanno cura di loro stessi.
Il Respiro della Vita e la sua potenza sono al centro del processo di guarigione: è la salute incondizionata in azione, è auto-correttiva e auto-bilanciante.
Il Respiro della Vita sorge dalla Quiete Dinamica, si realizza e si comprende solo nella non-conoscenza.
La tua mente non lo può afferrare, solo il tuo cuore può farlo.
Assestati nella quiete e la potenza si farà carico del sistema, emergerà l’originalità, sii calmo e presente ed emergerà l’essenza dell’originalità.”
Franklin Sills 

Il nostro corpo è continuamente creato, rigenerato e guarito da una profonda intelligenza, che sa cosa fare per mantenerci sani e vitali. Questo è uno dei principi fondamentali della Biodinamica Craniosacrale, un’arte di contatto dolce, un “contatto percettivo”, che attraverso un ascolto profondo, mira ad incoraggiare i principi di autoregolazione e a promuovere la saggezza guaritrice intrinseca del corpo. E’ un approccio che tocca molti livelli della nostra esperienza e nello stesso tempo ha solide basi nell’anatomia corporea. E’ un esplorazione che può condurci alle radici più profonde della nostra esistenza.

Il pioniere di questo approccio, l’osteopata americano William G. Sutherland, nei primi decenni del Novecento, fece delle scoperte sensazionali: osservò che le ossa del cranio si “articolano” tra di loro per tutto il corso della vita, mentre fino ad allora si riteneva che si calcificassero creando un contenitore rigido. Intuì e verificò che il movimento delle ossa craniche è collegato al sacro e ad altri tessuti e fluidi nel corpo creando una respirazione più interna e sottile di quella polmonare, e scoprì infine che la libera espressione di questi tessuti e fluidi era essenziale per il benessere della persona.

Queste scoperte, che in realtà non sono state ancora completamente accolte dalla comunità scientifica, hanno cambiato il paradigma culturale con un effetto a cascata su molti aspetti della vita. Sutherland ha contribuito a segnare una tappa importante della fine della visione cartesiana e l’inizio di una visione sistemica dell’uomo come insieme funzionale in cui tutti gli aspetti, fisico, psichico, emozionale, funzionale, spirituale, sono interconnessi e ogni parte rivela tutto l’insieme.

I movimenti che Sutherland ha osservato e nominato sono ritmi ondulatori, involontari e sottili,  hanno origine nel centro del corpo e coinvolgono la fluttuazione del liquido cerebrospinale che avvolge e protegge il cervello. Questi movimenti involontari di tessuti e fluidi, simili alle maree, sono l’espressione nel corpo di quello che Sutherland chiamò il “Respiro della Vita”, quell’intelligenza creativa, quel progetto per la salute, la crescita e l’equilibrio del corpo che è la nostra più profonda risorsa di autoregolazione e rivela il suo principio creativo dall’istante in cui avviene il concepimento.

Il Respiro della Vita genera, nei fluidi corporei, una potenza biodinamica, una forza ordinatrice che guida armoniosamente la forma e il funzionamento del nostro corpo, conservando la salute in ogni cellula e di ogni tessuto. Senza movimento non può esserci salute, i fluidi del nostro corpo diventerebbero stagnanti e le cellule non potrebbero liberarsi dalle tossine. Tutte le cellule viventi dimostrano questa verità fondamentale, la vita si esprime come movimento.

I ritmi ciclici del Respiro della Vita hanno due fasi di movimento:  un “inspirazione”  e una “espirazione” come un onda. I tre ritmi principali, sono Impulso Ritmico Craniale, Marea Media, Marea Lunga sono conosciuti anche come  le 3 maree e ognuno di loro esprime inspirazione, espirazione e frequenza diverse. Ciascuna delle 3 maree è la manifestazione di un diverso livello di funzionamento del Respiro della Vita ed ognuna è inclusa nelle altre. L’approccio Biodinamico Craniosacrale  si rivolge ai ritmi più lenti, che sono quelli che maggiormente sostengono l’innata intenzione di salute: Marea Media e  Marea Lunga e Quiete Dinamica.

Nel nostro intimo, infatti, c’è uno stato di quiete, da cui sorge la nostra natura più profonda. A questo livello non c’è dualità, non c’è soggetto, né oggetto. E’ il nostro essere. E’ come il fondo dell’oceano.

L’Operatore di Biodinamica Craniosacrale attraverso  un delicato ascolto con le mani e la qualità della sua presenza, entra in contatto con la manifestazione della forza vitale nel corpo del cliente, permettendo  alla persona a riconnettersi con quell’intelligenza originaria e creativa, insita in ogni sistema vivente, lasciando affiorare un sentire più profondo ed istintivo. L’Operatore imparerà  ad ascoltarsi, a centrarsi e ad orientarsi alla salute, alla vitalità, ad un campo ampio, e ad entrare in contatto con la propria “presenza somatica”  percependo il suo stesso corpo dall’interno.

Con la pratica e l’esperienza e si è osservato che l’essenza della guarigione sta proprio nella capacità di creare un campo di relazione neutro e sicuro, uno “spazio sacro” che permetta al corpo di raccontare la sua storia, ricontattare la vitalità, autoregolarsi e ritornare ad esprimere il principio di salute originario.

Il riconoscimento della forza vitale, come principio fondamentale che mantiene l’ordine e l’equilibrio nel corpo, è al centro del concetto craniosacrale.  Questa disciplina permette quindi di promuovere, consolidare e favorire la vitalità e il benessere della persona, considerata nella sua globalità. L’enfasi è sulle forze biodinamiche che agiscono a partire dallo sviluppo embrionale, a cui tutte le cellule e i tessuti del corpo rispondono per il mantenimento della salute e che sono l’espressione dell’intelligenza della vita stessa.

Luisa Brancolini

“Tutta la vita avviene in movimento. Tutta la guarigione avviene nella quiete”

TESTIMONIANZE di alcuni clienti di SERENA CHELLINI
OPERATRICE BIODINAMICA CRANIOSACRALE in FIRENZE

“La mia esperienza con il craniosacrale è stata davvero profonda, e portatrice di cambiamenti e guarigione. La gentilezza del tocco, e allo stesso tempo l’intensità dell’esperienza sono state la chiave che mi ha permesso di accedere ad un livello di profonda trasformazione. Attraverso il rilassamento e la fiducia ho sentito il mio corpo finalmente liberarsi di blocchi che erano lì da tanto tanto tempo, e riaprirsi, senza nessuna forzatura, al suo naturale fluire”.
(counselor)

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In genere – almeno, per me è stato così – si arriva a sottoporsi a un trattamento craniosacrale alla ricerca di un equilibrio (che non si ha o che si è perso).
La sensazione, il vissuto, è come un entrare nelle profondità di se stessi, in uno stato che non è né di veglia né di sonno. E ritornarne come ‘rinnovati’ e ogni volta un po’ più in equilibrio. Un po’ più ‘centrati’ e ‘consapevoli’. Anche se lì per lì non è così chiaro, così evidente da esprimere a parole quello che si vive. Un po’ come l’azione di un sogno. Avviene, agisce, ma non si è in grado di parlarne. Eppure, si ha la consapevolezza del cambiamento. Graduale, ma profondo.
R. (Direttrice di Banca)

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Era primavera, ed ero piena di emozioni belle e brutte, sentivo che avevo bisogno di chiarire che strada avrebbe preso la mia vita. Ho capito che avevo bisogno d’aiuto per riuscire a vedere cosa stava accadendo ed è stato un caso che mi ha portato a rivolgermi a Serena.
Le sedute sono state dei momenti che ricordo come di pace e silenzio, così forti che quando ne uscivo ero completamente frastornata, come dopo un sonno profondo. E’ trascorso molto tempo ma ancora ricordo bene la sensazione di pace totale in cui rimaneva avvolto il mio corpo su quel lettino.
Dopo quel periodo nella mia vita sono arrivate delle novità ma soprattutto io ho saputo vederle ed è stata come una spinta verso una nuova consapevolezza.
C. (libera imprenditrice)

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Il craniosacrale è stato per me determinante. Mi ha aiutato a ritrovare il contatto con me stessa e la concentrazione che avevo perso a causa di eventi drammatici  e di preoccupazioni per la mia salute. Ho scoperto di avere varie lesioni nel midollo osseo e nell’encefalo che per fortuna non progrediscono e che forse sono congenite.  Credo che le sedute di cranio sacrale mi abbiano calmato il sistema immunitario e diminuito l’infiammazione nel liquor. Ma mi sono accorta che ero soprattutto ammalata di “paura”.
Grazie al craniosacrale ho cominciato a guarire dalle mie paure e ho ritrovato la forza e la concentrazione per riprendere lo yoga e la ricerca spirituale che costituiscono la mia strada e la mia natura.
R. (Insegnante di Yoga)

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Mi chiamo Silvia, ho 32 anni e l’incontro col craniosacrale è avvenuto circa 5 anni fa.
Per me è stata una grande occasione di guarigione in un momento della mia vita in cui non riuscivo a parlare dei miei problemi, ma il mio corpo esprimeva molto chiaramente che c’era qualcosa che non andava. Avevo dei disturbi massivi a livello del sistema gastro-intestinale. In pochi mesi avevo perso 6 Kg, mi sentivo letteralmente andare via, non avevo forza, ero diventata apatica e considerando che già ero un fuscello, perdendo tutti quei kg mi sentivo letteralmente spenta. La medicina allopatica mi ha etichettata come “colon irritabile”, dicendomi semplicemente che una vacanza mi avrebbe fatto bene…..bhe, era un pò riduttivo. Mi sentivo quasi pazza perché per loro stavo bene…cosa avevo che non andava?? Perché la facevo tanto lunga??

Per mia grande fortuna non ho voluto prendere nè sedativi nè tranquillanti o antidepressivi come mi avevano consigliato…..avrebbero solo assopito i sintomi, ma non avrebbero fatto emergere il problema. Grazie al cranio-sacrale ho potuto andare al fondo delle mie sensazioni, scavare alla radice della mia nascita e scoprire che forse dovevo lasciare andare semplicemente….essere meno rigida con me stessa e permettermi di vivere!!

Sembra tutto assurdo, frasi fatta, ma spesso le cose più ovvie sono anche le più difficili da accettare e permettersi di guardarle così come sono, con la loro banalità, è una grande libertà e fonte di guarigione.

Scoprii che avevo molto da perdonarmi……e quello che più ho apprezzato di questa disciplina è che non ero io a dover parlare, ma il corpo che parlava a me!!!
Spero di aver incuriosito molti di voi e soprattutto essermi spiegata.

Grazie per l’opportunità.
S. (Osteopata)

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A parte gli evidenti benefici per la mia salute, che verifico costantemente nel sottopormi alle sedute di craniosacrale, ci sono due aspetti che mi affascinano particolarmente in questa esperienza, e che mi gratificano profondamente in ogni seduta.

Innanzitutto la possibilità che mi offre ogni volta di venire a contatto in maniera molto tangibile con la mia energia vitale e con le sue radici più profonde.  Si tratta di una esperienza difficile da descrivere, ma assolutamente concreta, che lascia alla fine un senso di grande centratura a tutti i livelli, da quello fisico a quello psichico. Per assurdo questo contatto diventa quasi più tangibile nei momenti di stillpoint, quando tutto si calma, perché nella immobilità quasi assoluta del corpo e del respiro emerge dal profondo la potenza della Vita e si fa ascoltare come non mai, manifestandosi come energia esistente e percepibile al di là del tempo e dello spazio.

E’ un contatto che apre al riconoscimento della enorme bellezza e saggezza della natura umana.

Non meno entusiasmante è per me, che sono musicista, l’opportunità che il craniosacrale mi offre di ascoltare in modo del tutto particolare gli aspetti ritmici più profondi  e complessi del corpo umano. Il pulsare ritmico delle ossa del cranio e del bacino, il movimento disteso dell’onda craniosacrale, questo mare interno che scorre nella colonna vertebrale, così come nella coclea del nostro orecchio, mi mette in contatto con la musica interna e primordiale che è origine di quella più esteriore ed effimera con cui lavoro quotidianamente, dando ad essa un senso diverso.

Il dinamismo ritmico del corpo, che si manifesta a tanti livelli e con frequenze così differenziate, è sicuramente una delle manifestazioni che con più evidenza riporta l’essere umano all’atto creativo che lo ha generato e che lo spinge costantemente a divenire egli stesso a sua volta creatore, non solo nell’esperienza artistica, ma in ogni forma di organizzazione del tempo e della materia, e in ogni forma di interazione con gli altri esseri viventi.
M. (musicista, docente al conservatorio)

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L’incontro con le sedute di craniosacrale ha costituito per me, e continua a costituire, una esperienza abbastanza complessa. Complessa dal punto di vista dei piani di esperienza e anche dal punto di vista delle fasi di cui essa è stata finora costituita. Infatti si tratta di una esperienza che continua a cambiare nel tempo, quindi altamente dinamica. Ogni trattamento è una storia a parte, anche se, ovviamente, un filo di continuità unisce tutte queste singole storie fra di loro.

Se dovessi trovare una parola sola per definire questa vera e propria esperienza di vita che sto compiendo, userei la parola: fiducia.

Uno degli effetti principali del craniosacrale è il risveglio della fiducia in un potenziale interiore, si tocca con mano la possibilità di esplorare questo potenziale per metterlo al servizio della guarigione. Una guarigione che è qualcosa di più della semplice scomparsa del sintomo. Potrei addirittura parlare di una sorta di vero e proprio dialogo con il sintomo, che comporta un ascolto profondo di esso, per arrivare gradatamente ad una sua integrazione. Infatti, più il sintomo è profondo più si vive la difficoltà di liberarsi da esso, poiché una parte di noi si ritrova in quel sintomo, ci si identifica, esso diventa parte della nostra identità profonda, nonostante il fastidio che ci provoca. Quindi l’unico processo possibile, in quest’ottica, è quello di trasformare il sintomo in qualcosa di diverso che continui ad appartenerci. Personalmente non sono ancora arrivato a vivere la scomparsa della mia sintomatologia, del dolore, se così vogliamo chiamarlo, poiché di questo si tratta inizialmente, uno si rivolge all’operatore perché ha un dolore che lo infastidisce. Ma, senza voler negare la speranza che il dolore diventi solo un ricordo, se si entra con una certa coscienza nell’esperienza dinamica craniosacrale, si entra anche in una dimensione di attesa serena degli sviluppi sintomatologici che essa comporta.

Credo sia piuttosto chiaro, da quanto ho detto, che fin dall’inizio ho vissuto il craniosacrale come una esperienza di meditazione, di conoscenza di me stesso attraverso una modalità in precedenza quasi sconosciuta. È difficile descrivere questa dimensione. Ho avuto altre esperienze di meditazione nella mia vita che erano maggiormente legate ad una dimensione più mentale, intellettuale, alla dimensione del pensiero più o meno astratto o concreto.

Il craniosacrale mi ha fatto toccare la dimensione della “presenza a me stesso”, non saprei definirla meglio. Una dimensione in cui stare con il proprio corpo e i suoi ritmi interni costituisce un vero e proprio atto di conoscenza senza sovrastrutture mentali. E questo atto di conoscenza, che l’operatore induce attraverso il suo sottilissimo ascolto, è ciò che consente all’individuo di integrare e risolvere, sciogliere vorrei dire, la problematicità profonda che si esprime nel sintomo doloroso di natura fisica.

Ciò che ho provato più volte è stata la sensazione che l’ascolto dell’operatore si fondesse con il mio proprio ascolto, amplificandolo e guidandolo, formando per la durata del trattamento una sorta di sistema. Ho provato a volte a sperimentare lo stesso ascolto da solo, a casa, per conto mio, ma raramente finora mi sono anche solo avvicinato a ciò che succede durante le sedute.

Durante le ultime sedute, in realtà, mi capita anche spesso di addormentarmi, ma ho la sensazione che il gioco dell’ascolto, soprattutto oramai che c’è una certa conoscenza e abitudine con il terapeuta, avvenga anche su livelli meno coscienti e non necessariamente solo sul piano della veglia.

L’esperienza dell’ascolto è sempre stata un punto di riferimento importante anche nella mia pratica artistica di attore teatrale. L’ascolto delle sottili sensazioni fisiche cui è legata l’interpretazione del personaggio è il requisito fondamentale per un lavoro di qualità. Anche in quel caso si tratta di conoscere in maniera approfondita e sottile la condizione del personaggio così da poter dialogare costantemente con essa, così come nel craniosacrale si tratta di dialogare con la propria personale condizione fisica che è fortemente legata a quella psichica. Non di rado si sono verificati sogni importanti e significativi la notte successiva ad un trattamento, oppure momenti di particolare lucidità in relazione a tematiche importanti della mia vita.

Per concludere, vorrei dire che l’esperienza craniosacrale mi ha portato a percepire in modo molto chiaro e concreto l’aspetto simbolico del corpo e delle sue manifestazioni. Forse meglio si potrebbe dire che la funzione simbolica mette fortemente in relazione il piano fisico-corporeo con quello psichico-interiore, di modo che forte è la sensazione che non sia possibile sciogliere un nodo problematico su uno dei due piani senza affrontare anche l’altro, poiché essi sono tutt’uno, e distinguerli è solo un esercizio di categorie mentali mentre la loro realtà è assolutamente unitaria.

G. (attore di teatro)

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