di Luisa Brancolini
Articolo tratto da “Natural Mag” – Luglio 2017

Magari abbiamo disimparato ad accogliere, senza giudizio. Come guardare un fiore: nella pratica craniosacrale è un passo decisivo.

In questo passo accolgo il ricevente con disponibllità e cuore aperto.
Lo faccio accomodare. Mi preparo per essere un’osservatrice empatica. So che porterò tutta me stessa in questo incontro, la mia presenza compartecipe, la  mia sensibilità, il piacere di relazionarmi, la capacita di attenzione equanime, uno sguardo morbido e il rispetto dei confini, tutte qualità che mi permettono di creare uno spazio di sicurezza e fiducia per la sessione che sta  per incominciare.

La relazione che si crea con il ricevente si basa anche sul rispetto delle regole concordate, sulla stima reciproca e sulla reputazione che ho costruito nel tempo, che include l’aver sviluppato competenze specifiche e capacità personali di consapevolezza, tenermi aggiornata, comportarmi eticamente e rispettare le norme del codice deontologico in osservanza delle leggi vigenti.

Aprirsi all’ascolto sensoriale

Offrire un’accoglienza empatica è un aspetto molto importante della pratica craniosacrale biodinamica.
Come operatrice desidero creare fin dall’inizio della sessione un campo di relazione sicuro in cui ogni cliente possa sentire di essere accolto e che la propria storia è ricevuta senza giudizio e senza l’intenzione di aggiustare qualcosa. Questo tipo di accoglienza  è una grande opportunità, perché offre al ricevente la possibilità di sentirsi benvenuto, profondamente ascoltato e sostenuto.

In questo modo può sviluppare la fiducia e le risorse necessarie per aprirsi a un ascolto sensoriale di se stesso e lasciare che emerga  il suo processo, permettendo il riequilibrio di attivazioni  e di processi incompiuti,  somatizzati nel corpo fin dalla più tenera età.

“La più alta forma di intelligenza umana,
è la capacità di osservare senza giudicare”
Jiddu Krishnamurti

E’ come guardare un fiore ….

Approfondire sempre di più la mia capacità di accoglienza e diventata una pratica quotidiana. Include lo sviluppo di abilità importanti, come quella di seguire le tracce di quello che accade dentro di me, percepire e gestire i miei cicli di attivazione e di quiete.

Include inoltre  la capacità di osservare il ricevente nell’interezza, senza essere catturata dalla sua apparenza esteriore o dai suoi disagi, allo stesso modo in cui, guardando un fiore, mi apro alla consapevolezza  che è pieno di tutto ciò che esiste nell’universo: la luce del sole, le nuvole, il nutrimento, la terra e il tempo.

Infine l’abilità di stare in contatto con uno spazio di quiete interiore mi permette di  percepire l’intima connessione tra tutte le cose, come un’ abile giardiniere che si prende cura sia dei fiori che dei rifiuti, senza giudizio o discriminazione, perché è consapevole della loro natura interdipendente.

Tutto questo fa parte di un percorso di evoluzione personale, che mi ha permesso di accogliere me stessa con amore e di aprirmi all’altro con compassione ed empatia.

Mesi decisivi per la nostra vita

Siamo profondamente influenzati  dal modo in cui siamo stati accolti.

Secondo Ia psicologia peri- e prenatale, la nascita, l’esperienza nell’utero materno e dei primi mesi di vita possono modellare  la nostra vita, il senso di chi siamo e il modo in cui abitiamo il mondo.

Tratteniamo nel corpo le esperienze precoci e se, durante la crescita, non veniamo incoraggiati  a portare attenzione al nostro universo interiore di sensazioni e immagini, perdiamo il contatto con l’esperienza incarnata, ci aggrappiamo agli schemi di soprawivenza ed entriamo nel vortice della reazione.

Connessi con le emozioni

Ricevere sessioni di biodinamica craniosacrale puo favorire l’emergere della nostra autenticità, il nostro sentirci interi e liberi.

Durante le sessioni, attraverso la presenza dell’operatore, il suo contatto delicato, l’orientamento al campo ampio e alla quiete, avviene un rispecchiamento con quel campo di empatia, amore incondizionato e compassione, in cui la mamma offre supporto, accoglienza e sostegno al bebè che sta sviluppando quelle parti del sistema nervoso che gli permetteranno di auto-regolarsi.

Quando la sessione si approfondisce, la presenza compassionevole dell’operatore, rispecchiando l’archetipo della mamma, accoglie il ricevente generando emozioni di connessione e benessere, permettendo la riorganizzazione delle risorse e il contenimento dei bisogni irrisolti della primissima infanzia.

ANCHE I BAMBINI RINGRAZIANO

Anche i bambini molto piccoli e i neonati possono avere benefici dalle sessioni di biodinamica craniosacrale. I neonati sono totalmente immersi nell’esperienza corporea, esprimono senza iniibizioni quello che sentono, oltre ai bisogni immediati come la fame, il freddo o la necessità di essere cambiati, comunicano le esperienze trattenute che arrivano dalla nascita o dalla vita nell’utero.

Il linguaggio che usano è universale, fatto di gesti, pianti e gemiti. Per comunicare con loro, come sottolinea Karlton Terry, esperto in psicologia  peri- e prenatale, è necessario sviluppare un’accoglienza totale e un’empatia accurata, rispecchiando le loro espresstoni e i loro movimenti; infine è davvero importante coinvolgere i genitori nella sessione,  perché è proprio a loro che i bimbi vogliono raccontare le loro storie.

SEGUIRE LA TRACCIA DEL RESPIRO

  • Seduto in una posizione confortevole, con la schiena eretta e i piedi ben appoggiati al pavimento
  • Mantieni una respirazione spontanea, mentre porti l’attenzione al respiro così come è.
  • Ispirando sei consapevole che stai ispirando ed espirando sei consapevole che stai espirando.
  • Nota se puoi incontrare il respiro con leggerezza, come una farfalla su di un fiore che ondeggia nella brezza.
  • Concediti di  essere presente momento per momento.
  • Mentre segui la traccia puoi notare i dettagli. Osserva se c’è una pausa prima che arrivi l’espiro e dopo che hai espirato nota se arriva una pausa.
  • Non c’è nulla che devi fare per cambiare, semplicemente segui la traccia del respiro,
  • Non c’è bisogno di anticipare nulla, nemmeno il prossimo respiro.
  • Se l’attenzione si allontana dal respiro, quando te ne accorgi, gentilmente, lascia andare il pensiero e ritorna al respiro.
  • Ogni volta che ti accorgi che la mente è andata altrove, hai la grande opportunità di lasciar andare pensieri e giudizi e di ritornare a seguire la traccia del respiro.
  • Quando senti che è arrivato il momento, porta a conclusione l’esercizio.

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